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Home / La Vitamina D al Tempo della Quarantena per Coronavirus

La Vitamina D al Tempo della Quarantena per Coronavirus

Pubblicato il: 4 Aprile 2020 di: Sara Bellini Categoria: PediatriaTag: Covid, IntegratoriUltimo Aggiornamento: 21 Febbraio 2022
VitaminaD

Un’integrazione di vitamina D durante la quarantena per Coronavirus ha il suo perchè, capiamo insieme a cosa serve, a chi somministrarla e come.

La vitamina D è fondamentale per l’uomo, storicamente è nota perchè regolorarizza la mineralizzazione ossea, ma negli ultimi decenni è emerso che ha una funzione importante anche a livello extrascheletrico. La vitamina D è un immunomodulante, ha un ruolo protettivo per quanto riguarda obesità, patologie cardio-vascolari, atopia, patologie infettive e diabete. Ad oggi non è dimostrato un ruolo curativo o preventivo per l’infezione da Coronavirus, ma è comunque importante assumerla durante il periodo di quarantena perchè non essendo esposti alla luce solare, non ne produciamo abbastanza. Come e quanto assumerne dipende dalle abitudini dietetiche e dall’età.

Indice

  • Il metabolismo della vitamina D
  • L’importanza della vitamina D
  • Quando, come e chi integrare con vitamina D

Il metabolismo della vitamina D

In condizioni fisiologiche il nostro organismo sintetizza la forma attiva della vitamina D (detta calcitriolo) partendo da due vie diverse:

– a livello cutaneo, con l’esposizione diretta alla luce solare (raggi UVB), trasforma un precursore della vitamina D in vitamina D3 (colecalciferolo)

-a livello intestinale assorbe la vitamina D2 (ergocalciferolo) e la vitamina D3 assunte con la dieta

Le due vie si uniscono nelle tappe finali, in cui la vitamina viene convogliata nel fegato (che la trasforma in calcidiolo o 25-OH-Vitamina D ) e poi nei reni (che l’attivano in calcitriolo o 1,25-(OH)2-Vitamina D). Pronta per entrare in azione la vitamina D raggiunge l’osso e gli altri suoi bersagli.

La forma di vitamina D che noi dosiamo nel sangue è la 25-OH-Vitamina D, la forma più stabile, per cui le Società Scientifiche di Pediatria hanno stabilito i seguenti valori di riferimento:

–Sufficienza (≥ 30 ng/ml)

–Insufficienza (20-30 ng/ml)

–Deficit (10-20 ng/ml)

–Grave deficit (<10 ng/ml)

L’importanza della vitamina D

Il ruolo fondamentale  della vitamina D è occuparsi della salute delle nostre ossa, permettendone una regolare mineralizzazione e funzionalità. La sua azione coinvolge però anche altre sedi. Studi scientifici hanno infatti rilevato, con diversi gradi di significatività l’associazione fra livelli ottimali di vitamina D e:

-prevenzione dell’otite media acuta non complicata

-riduzione della prevalenza e severità dell’asma

-riduzione incidenza e gravità della dermatite atopica

-protezione da infezioni respiratorie batteriche e virali

-miglioramento delle problematiche di crescita di pazienti affetti da TBC o HIV

-riduzione del rischio di sviluppare patologie autoimmuni

-miglioramento del quadro di ipovitaminosi, che è molto frequente in bambini affetti da diabete mellito di tipo 1, malattie croniche intestinali  e celiachia

L’importanza della vitamina D come immunomodulante porta a chiedersi quale possa essere il suo uso IN CORSO DI EPIDEMIA DA CORONAVIRUS:

–Non è ad oggi stata dimostrata una correlazione fra l’integrazione di vitamina D e la prevenzione o la cura dell’infezione da Coronavirus.

Arcobaleno

-Sono stati pubblicati dati che mostrano uno stato di ipovitaminosi D in pazienti Covid-19 adulti. Non sono disponibili dati analoghi nei bambini, ma dobbiamo considerare che meno del 50 % della popolazione pediatrica italiana presenta livelli plasmatici di vitamina D sufficienti e quindi non stupirebbe riscontrare un quadro di ipovitaminosi D anche in bambini, in corso di infezione da Coronavirus.

–A causa di un periodo di quarantena di diverse settimane, in mancanza di esposizione alla luce solare, anche i bambini che in precedenza presentavano livelli plasmatici di vitamina D adeguati rischiano di andare incontro ad una carenza importante.

Si stima infatti che l’origine della vitamina D nel bambino sia dovuta per oltre il 90% alla sua produzione cutanea e per meno del 10% all’assunzione di alimenti che la contengono. Gli alimenti ricchi di vitamina D sono infatti pochi. Si trova ad alta concentrazione nel salmone, nel pesce azzurro e nell’olio di fegato di merluzzo, tutti alimenti solitamente poco apprezzati dai bambini. E’ poi presente, anche se in minor quantità, in latte e uova e derivati.

Quando, come e chi integrare con vitamina D

La vitamina D può essere prescritta in via precauzionale a coloro che “rischiano” una carenza o in via terapeutica a coloro che hanno un conclamato deficit.

Ad oggi la vitamina D è prescritta a tutti i neonati, fino al compimento del 1 anno, alla dose di 400-600 UI/die, per prevenire il rachitismo.

Nei bambini e negli adolescenti è prescritta ai soggetti “a rischio” (vedi tabella sottostante) alla dose di 600-1000 UI/die nel periodo tra novembre ed aprile e solo in casi particolari per tutto l’anno.

Tabella fattori di rischio ipovitaminosi D bambini e adolescenti

Un’ulteriore raccomandazione riguarda gestanti e neomamme in corso di allattamento a cui si consiglia di assumerne 600 UI/die.

In conclusione, in questo periodo di quarantena per coronavirus è raccomandata un’integrazione di vitamina D quotidiana per tutti i bambini e gli adolescenti, con l’obiettivo di compensare il deficit di produzione endogena dovuto alla ridotta esposizione solare. Favorire l’assunzione degli alimenti che contengono vitamina D è consigliato ma non sufficiente.

Sara Bellini
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Medico Chirurgo Specialista in Pediatria

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