Consigli pratici per capire come comportarsi quando dall’asilo nido arriva la temuta telefonata che avvisa che il pargoletto ha qualche malanno
L’autunno è alle porte, molti bambini inizieranno l’inserimento al nido, altri riprenderanno a frequentarlo dopo la pausa estiva.
I genitori devono mettere in conto che ad attendere i loro figli ci saranno giochi, stimoli importanti per la crescita e le prime amicizie, ma inserirli in comunità comporterà anche di esporre il loro sistema immunitario (che è immaturo nei primi anni di vita) ai primi germi e alle prime infezioni.
Indice
Cosa fare?
Essere preparati, avere la consapevolezza che l’incontro con le infezioni è normale che avvenga, che è normale che i bambini si ammalino (anche spesso) e che è importante dare loro il tempo di combattere e vincere l’infezione senza spaventarsi.
Alleato fondamentale in tutto ciò è il pediatra di fiducia, che saprà darvi le indicazioni più appropriate da seguire, caso per caso.
Ma quando va contattato il pediatra?
Immediatamente? Dopo qualche giorno?
Capiamo insieme come comportarsi.
E’ importante considerare innanzitutto l’età del bambino.
I lattanti di 0-3 mesi più raramente si ammalano (sono invece molto più comuni i problemi che trovate descritti nel post Neonato a Casa: Problematiche e Prime Cure) ma il rischio è che un’infezione banale per un bambino più grande in un lattante dia invece una forma più grave quindi in questa fascia di età consiglio di chiedere subito una consulenza al proprio medico.
Dopo i 4 mesi di età (età in cui potrebbe iniziare l’inserimento al nido), le tempistiche di intervento in parte cambiano, scopriamo come.
Cosa fare se il nido “chiama” dicendo che il bambino è malato?
La telefonata del nido spesso spaventa i genitori, ma è rarissimo che sia legata a una reale emergenza, per cui verrebbe chiamato anche il 113, oltre che la famiglia. Nella maggior parte dei casi venite chiamati per un esordio di febbre, comparsa di diarrea o vomito o macchie sospette.
Quindi una volta ricevuta l’informazione che il bambino non sta bene, NON E’ NECESSARIO CHIAMARE ISTANTANEAMENTE il pediatra a cui non si saprebbe neppure dare informazioni esatte. E’ invece importante ritirare il bambino, portarlo a casa e osservare come sta, in modo da poter poi rispondere alle domande che farà il medico quando verrà contattato.
Le infezioni hanno normalmente un evolversi che dura alcuni giorni. I sintomi e i segni che permettono ad un medico di arrivare alla diagnosi non compaiono istantaneamente e insieme. Per questo motivo, salvo le REALI URGENZE (vedi sezione apposita) non è utile una visita immediata, perchè non permette di porre una diagnosi e fornire una cura corretta.
Quali sono le reali urgenze?
I motivi per cui fare visitare rapidamente un bambino sono:
–IPOREATTIVITà (il bambino continua a dormire, non è risvegliabile o se lo è è solo per brevi periodi)
–DIFFICOLTà RESPIRATORIA (affanno a respirare, respiro frequente, sensazione di mancanza di fiato, non solo naso pieno)
–DOLORE INTENSO (se è duraturo, limita i movimenti, il gioco e la reattività del bambino)
–OTORREA (secrezione purulenta che sgorga dalle orecchie)
–PETECCHIE (piccoli lividi che rapidamente si estendono su tutto il corpo)
–INFIAMMAZIONE TESTICOLARE (dolore testicolare, cute violacea, gonfiore)
–TRAUMI IMPORTANTI
Come si affronta la febbre?
Per febbre si intende l’aumento della temperatura corporea al di sopra dei 38 °C (se misurata con termometro ascellare oppure 38.5°C se misurata con termometro rettale)
La febbre è un meccanismo difensivo, combatte l’infezione e colpisce i germi. Non è da temere ma bisogna sapere come trattarla.
Consiglio di tenere il bambino febbrile in un ambiente non troppo caldo e non troppo coperto (il caldo ostacola la discesa della febbre). E’ importantissimo che beva piccole quantità di acqua molto spesso.
In caso di febbre è possibile somministrare paracetamolo secondo le indicazioni del pediatra.
Quando telefonerete al medico vi chiederà da quanti giorni il bambino ha la febbre. Il conteggio parte dall’esordio della febbre e 1 giorno =24 ore
Esempi:
-se la febbre inizia lunedì sera e chiamate martedì mattina, NON ha la febbre da 2 giorni ma da neppure 24 ore
-se la febbre inizia lunedì sera e chiamate mercoledì mattina ha la febbre da 1 giorno e mezzo
e così via
In caso di sola febbre, con un bambino ben reattivo la visita medica è utile dopo 48-72 ore, in modo di dare il tempo all’infezione di manifestarsi, ma consiglio di contattare anche prima il pediatra in caso di dubbi, febbre che non scenda, aggravamento dello stato generale del bambino, importante malessere, impossibilità a idratarlo.
Salvo diversa indicazione medica, il rientro al nido è consigliato non prima di 24-48 ore dalla risoluzione della febbre.( ore in cui il bambino non ha febbre spontaneamente, SENZA aver bisogno di tachipirina)
Come affrontare raffreddore e tosse?
Il raffreddore (naso pieno di muco o muco colante e starnuti) è una condizione molto comune e che può persistere per mesi nei bambini inseriti in comunità.
In caso di naso ostruito è necessario rimuovere il muco o soffiando il naso o effettuando lavaggi nasali con soluzione fisiologica.
Questa procedura va ripetuta più volte al giorno secondo la necessità (equivale al soffiare il naso per un adulto).
I bambini raramente gradiscono i lavaggi nasali, quindi spesso li si fa meno del necessario e si allungano i tempi di guarigione, ma finchè il problema è limitato ad un raffreddore il quadro clinico non è grave e bisogna imparare a conviverci.
La tosse può essere causata da scolo retronasale in gola o muco che irrita la trachea (casi più frequenti e non gravi) o più raramente da bronchiti o polmoniti.
La tosse episodica non è un segno allarmante, come il raffreddore può durare settimane. Mentre la tosse continua o frequente indicano che è necessaria una valutazione medica.
La valutazione medica deve essere tempestiva in caso di affanno, difficoltà respiratoria, sensazione di mancanza di fiato.
Con sintomi di raffreddore e tosse lieve i bambini possono continuare a frequentare il nido, ma con la consapevolezza che questo potrebbe prolungare i tempi di guarigione.
In caso di tosse più importante (per intenderci, tale da richiedere una visita medica) è meglio l’astensione dalla comunità infantile e per il rientro seguire le indicazioni individuali che saranno fornite in visita.
Come affrontare vomito e diarrea?
Molto diffusa tra i bambini è la gastroenterite, un’infezione intestinale che si presenta con vomito, diarrea e febbre associati fra loro oppure isolati.
In caso di gastroenterite è fondamentale evitare la disidratazione. Il bambino deve bere una piccola dose di acqua (pari a un cucchiaino) ogni 5-10 minuti e seguire una dieta leggera (no patatine, dolciumi, fritti, alimenti grassi, no succhi di frutta o bevande gassate e zuccherate).
Se inappetente consiglio di alternare l’acqua a sali minerali
Il bambino può alimentarsi poco per alcuni giorni, ma l’idratazione è indispensabile.
Se diarrea somministrare fermenti lattici, potete già iniziare in autonomia. Dopo 2-3 giorni dovrebbe esserci un miglioramento, ma la risoluzione completa può durare anche 7-10 giorni. In caso di diarrea persistente il medico potrebbe prescrivere degli esami di approfondimento.
Se vomito limitato a 2-3 episodi/die non è necessario alcun farmaco. Per togliere il senso di nausea e limitare il vomito trovano spazio prodotti allo zenzero. Qualora il vomito fosse più frequente si valuterà caso per caso se assumere altro
Se febbre somministrare paracetamolo (vedi punto precedente)
Può accompagnarsi alla gastroenterite anche il dolore addominale colico, che va e viene in base alle scariche.
Consiglio una valutazione medica se non vi è miglioramento entro 2-3 giorni (non intendo risoluzione totale, ma almeno un miglioramento), o anche prima se le condizioni generali del bambino sono di grande sofferenza oppure se c’è il dubbio che il bambino sia disidratato (i segnali per riconoscere la disidratazione sono: bambino poco reattivo, piange senza lacrime, fa poca pipì).
La gastroenterite è prevalentemente virale e si autorisolve del tutto come detto entro 7-10 giorni. Se si riesce a mantenere idratato il bambino non deve allarmare, ma è molto infettiva, quindi anche in casa raccomando massima igiene per evitare il contagio dei conviventi.
Il rientro in comunità è consigliato non prima di 24-48 ore dalla risoluzione di tutti i sintomi.
Come affrontare la comparsa di esantemi e macchie?
Le “macchie” sono frequenti nei bambini e possono essere legate a dermatiti o patologie infettive.
Cercando di raggruppare in capitoli vi parlo di:
–dermatite perigenitali/area pannolino: possono esserci semplici dermatiti o infezioni micotiche. In caso di arrossamento iniziate ad utilizzare una pasta all’ossido di zinco per cambio pannolino. Se non migliora in pochi giorni o se fossero presenti abrasioni o lesioni chiedere aiuto al pediatra. La dermatite da pannolino NON richiede isolamento dalla comunità infantile
–esantemi diffusi al corpo: può trattarsi di dermatite, irritazione della pelle o anche di malattie infettive (le famose “malattie esantematiche”, in questi casi normalmente è presente febbre o male alla gola). In questo caso meglio contattare il medico.
Nell’attesa della diagnosi il bambino va isolato dalla comunità e deve evitare il contatto con donne in gravidanza. In visita vi verranno fornite poi le informazioni per il rientro in comunità
–sindrome mani piedi bocca: parlo a parte di questa infezione perchè molto diffusa in questi mesi. e’ una malattia virale (che quindi passa da sola senza farmaci) molto contagiosa, che porta alla comparsa di brufoletti/vescicolette/crosticine nelle zone di mani, piedi, bocca, ma anche glutei e potenzialmente sul resto del corpo. Può essere associata febbre, anche se non è obbligatorio che ci sia. A distanza di un mese circa può portare a un danno delle unghie che si sbricioleranno/sfalderanno (non è prevenibile e non vi è cura). Non esiste una terapia specifica per questa virosi ed è possibile la reinfezione più volte. La durata varia in base al numero di lesioni, può arrivare anche a 7-10 giorni, in cui il bambino non potrà frequentare il nido.
Il bambino potrebbe avere prurito, dolore al cavo orale o inappetenza. In questi casi il pediatra vi darà le indicazioni necessarie
Come affrontare l’otalgia?
In caso il bambino lamenti male all’orecchio consiglio di somministrare paracetamolo e contattare il medico. L’urgenza non è data dall’otite in sé ma dalle possibili complicanze, le più frequenti sono la perforazione del timpano (segnalata da otorrea ossia secrezione di muco dalle orecchie) o la più rara otomastoidite (infiammazione della regione ossea vicino all’orecchio, riconoscibile da un dolore molto intenso, rossore retroauricolare, spesso con deviazione del padiglione stesso)
Quando è necessario eseguire un tampone covid?
La normativa cambia in base all’andamento dell’epidemia, quindi di volta in volta, se necessario vi verrà chiesto e spiegato come eseguirlo
Quando è necessario eseguire un tampone per streptococco?
Lo streptococco è molto diffuso nell’ultimo anno, ma il tampone va eseguito solo in caso di indicazione medica in bambini sintomatici. Non va eseguito in caso di semplice contatto con compagni affetti.
Ci sono conseguenze sulla crescita se il bambino si ammala?
Si, il bambino malato spesso non cresce o perde peso.
Non pesate il bambino in corso o dopo un’infezione salvo indicazione medica e se per qualsiasi motivo lo fate siate consapevoli che è normale assistere ad un mancato accrescimento.
Bisognerà dare tempo al bambino di recuperare, cosa che avverrà in benessere. In caso di infezioni ricorrenti questo processo verrà quindi rallentato, è normale che accada.
Il bambino verrà pesato alle visite di crescita (o di più in caso di indicazione medica) e nei casi di crescita insufficiente verranno prescritti accertamenti.
Serve l’antibiotico?
La maggior parte delle infezioni nei bambini sono VIRALI e si autorisolvono senza antibiotico.
Gli antibiotici sono necessari in caso di infezioni batteriche, e devono essere assunti SOLO SECONDO PRESCRIZIONE MEDICA.
Anche gli antibiotici hanno effetti collaterali, quindi vengono prescritti SOLO SE NECESSARI, non dovete vederli come un modo per “velocizzare” il rientro al nido.
In caso vi venga prescritta una terapia antibiotica seguite scrupolosamente orari, durata e dosi indicate dal medico.
MAI SOSPENDERE una terapia antibiotica nel momento in cui il bambino sembra stare meglio, proseguitela sempre secondo le indicazioni date dal medico.
Come si conservano i farmaci?
Leggere sempre le indicazioni riportate sulla confezione di ciascun farmaco, molti vanno conservati in frigorifero
Scrivere sempre sulla scatola la data di apertura e rispettare le scadenze una volta aperti (sono diverse da quella da chiusi)
E’ possibile prevenire le infezioni ricorrenti?
In parte sì.
-Prima di tutto vaccinando regolarmente i bambini.
-Per chi viene ancora allattato al seno il latte materno è un ottimo immunostimolante, per chi viene allattato con latte differente potrebbe essere utile un’integrazione specifica, ma va valutato di caso in caso (valutate col pediatra di fiducia).
-Assicurando un’alimentazione ricca di frutta e verdura in modo da fornire un apporto vitaminico adeguato
–Evitando il fumo passivo
-Seguendo le norme igieniche basilari che abbiamo ben imparato durante la pandemia da covid (lavarsi le mani, arieggiare spesso, in caso di adulti con infezioni respiratorie in casa utilizzare una mascherina per limitare il contagio)
-Cercando di limitare i contagi: quando si è consapevoli che il proprio bambino è malato, evitare di metterlo a contatto con gli altri bambini (che sia l’asilo, una festa di compleanno o il parco giochi).
–Non reinserire precocemente il bambino in comunità (dopo un’infezione il sistema immunitario è provato, risponde meno prontamente ai germi che incontra)
-Trascorrendo più tempo possibile all’aperto (condizioni meteo permettendo): le infezioni si diffondono molto di più al chiuso, soprattutto negli ambienti affollati.
Serve un certificato medico per il rientro al nido?
La normativa vigente NON richiede alcun certificato medico per rientrare al nido dopo malattia (neppure per Covid).
NON sono previsti certificati al momento dell’inserimento al nido.
Serve una visita medica di controllo dopo ogni patologia acuta?
No, la visita medica di fine malattia viene eseguita solo in casi particolari a discrezione del medico
RIASSUMENDO:
-In primis cercare di prevenire le infezioni ricorrenti
Ridurre la frequenza e gravità di infezioni è possibile, ma non è possibile annullare del tutto il rischio, quindi SE IL NIDO CHIAMA avvisando che il bambino non sta bene:
-niente panico
-ritirare il bambino e osservarlo per stimare la gravità della situazione
-aiutarlo con le prime indicazioni che vi ho fornito
-contattare il pediatra di fiducia per capire se servono altri provvedimenti
-seguire scrupolosamente la terapia come indicato
-non reinserire precocemente il bambino in comunità
Medico Chirurgo Specialista in Pediatria