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Quali sono gli aspetti principali di questa fascia d’età e come affrontarli al meglio
Il periodo compreso tra i 18 e i 24 mesi costituiscono un momento di passaggio in cui si vanno a delineare molte nuove condotte e se ne rinforzano delle altre. Capire e sapere cosa succede al bambino in questo momento delicato a livello cognitivo, fisico ed emotivo, agevola le azioni, risposte e comportamenti che gli adulti possono attuare per impostare una migliore relazione nei momenti più critici dei famosi “terrible two”.
Cosa succede al bambino durante i “terrible two”
Motricità
Da un punto di vista motorio, la deambulazione si fa più sicura e il bambino ama sperimentare percorsi che lo portano ad allargare il suo raggio di azione; non sa ancora correre bene, la sua andatura è a tratti un po’ goffa e a volte ha bisogno dell’aiuto dell’adulto; comincia a salire le scale, ma deve essere aiutato, è in grado di compiere qualche movimento più fine con la mano e riesce ad avere dei tempi di attenzione più lunghi.
Il bambino quindi, durante i famigerati “terrible two” , vuole soprattutto esercitare le sue nuove capacità di movimento. Questo a volte può risultare scomodo per gli adulti.
Si prenda in considerazione la seguente situazione:
Un adulto e un bambino stanno passeggiando. L’adulto vuole arrivare in tempo all’Ufficio Postale prima che chiuda; il bambino è per mano e vede un muretto basso di fianco al marciapiede. Il bambino reclama per poterci salire e fare delle prove di camminata in equilibrio appoggiandosi alla mano dell’adulto. L’adulto, un po’ scocciato, ha molteplici possibilità: usare la forza fisica per prendere in braccio il bambino e trasportarlo via mentre protesta, oppure lasciare totalmente spazio e tempo al piccolo senza riuscire ad effettuare la commissione, oppure può trovare un compromesso che vada bene ad entrambi, fare quindi un “patto” dicendogli che può camminare sul muretto solo una volta (o al massimo due) e che poi al ritorno si potrà fermare di più per divertirsi. Naturalmente “al ritorno” per il bambino non significa niente in quel momento, ma almeno l’adulto, in questo modo, riesce a trovare un giusto compromesso e soprattutto dare al bambino un modello per conciliare interessi divergenti.
Da quest’esempio si evince anche che il bambino di due anni, ha una percezione del tempo diversa dalla nostra; l’adulto ha imparato a passare velocemente da una situazione all’altra ed è con l’esperienza che si sviluppa continuamente questa abilità, anche se controvoglia. I bambini non possono cambiare “marcia” così in fretta, non ne hanno né l’esperienza né la capacità cognitiva; ha quindi l’adulto il compito di concedere il giusto tempo al bambino per potersi regolare e per fargli capire cosa è necessario fare in quel momento. Questo compito richiede spesso (come si è visto anche dall’esempio) pochissime “battute” e pochi minuti; se il bambino capisce che l’adulto comprende i suoi bisogni ed è empatico con lui, sarà più facile che accetti il compromesso proposto dall’adulto.
La percezione del sé
Un’altra caratteristica tipica dei “terrible two” è che il bambino pronuncia spesso il pronome “io”, si riconosce allo specchio, percepisce la propria unità corporea e comincia a sentirsi una “persona” dotata di pensiero e volontà, separata dalla madre, dal padre e dalle altre figure di riferimento.
Il “bersaglio” preferito in questa fase di affermazione e opposizione è la mamma, ovvero la persona con cui ha più confidenza e con cui si sente maggiormente libero di esprimersi: è proprio da lei che sente di dipendere maggiormente ed è con lei che ha ancora paura di confondersi. In questo modo quindi il bambino cerca di affermare la propria personalità; vuole sempre di più “fare da solo” ma si rende conto che spesso ha ancora bisogno dell’adulto e, in particolare della madre, per poter raggiungere determinati obiettivi. Tutto questo provoca “rabbia”, incertezza e a volte disorientamento.
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L’imposizione della propria volontà
Lo sviluppo linguistico procede rapidamente, inizia a comporre le parole-frasi, mostra di conoscere il significato di molti vocaboli e inizia ad opporsi usando il “no”.
Questo infatti è anche il periodo dei “no”, dei “non voglio!” spesso pronunciati per capire cosa provocano, altre volte per affermare la propria volontà. È bene ricordare che il bambino sta sperimentando il suo “pensiero individuale” e la sua libertà. Queste obiezioni rappresentano quindi un richiamo all’autonomia.
È quindi utile tenere a mente che il “no” in sé è un’affermazione grandiosa: è distinzione, è “io non sono te”, è identità. Se si inizia a leggere il “no” in questo modo, i due anni possono iniziare a diventare un periodo positivo e non più solo “terribili”.
Concludendo, quello dei “terrible two” è un periodo in continua trasformazione ed evoluzione e, per alcuni in modo netto, per altri invece più sfumato, sarà un passaggio che terminerà al terzo anno di età, momento in cui il bambino saprà parlare molto bene, camminare e correre con sicurezza e, soprattutto, saprà concepire gli altri distinti e diversi da sé. Sarà comunque un bimbo che continuerà a “lottare” con la realtà, ma saprà sempre di più accettarla e sarà pronto a nuove avventure evolutive.
Come prevenire i momenti critici
Uno degli aspetti più importanti è quello di creare attorno al bambino delle routine che diano sicurezze, in modo che possa iniziare a prevedere ciò che si sta per fare. È quindi utile avere gli stessi orari quotidiani: la sveglia la mattina, l’orario della colazione, merenda, pranzo, sonno, cena e così via.
Con quest’accortezza si crea, attorno al bambino, una base sicura e prevedibile dove poter fare esperienza. E’ però inevitabile che a volte ci siano dei “cambi di direzione” ed è necessario ricordarsi di dedicare qualche minuto al piccolo per spiegare ciò che sta accadendo o che a breve accadrà.
In questo modo, oltre a dare una spiegazione pratica al bambino, gli si trasmette il messaggio che per noi lui è importante, che per noi vale la pena dargli delle spiegazioni, che lui è una “persona” tanto quanto noi e che ha diritto di sapere.
Mantenendo questo stile educativo di base, il piccolo matura pian piano l’autostima e il valore di sé nel mondo e si comporterà di conseguenza.
Un aspetto molto importante e difficile da mantenere per un adulto è quello inoltre di utilizzare maggiormente frasi “positive” piuttosto che “negative”. Ecco un esempio: se il bambino sta correndo su un terreno scivoloso o pericoloso, al posto di dirgli : “ Non correre!” si può dire : “ E’ pericoloso correre adesso, è meglio camminare, così non cadi”. Ponendosi così, al bambino arriva un messaggio di cura e protezione, non gli viene negato “apparentemente” nulla e sarà più propenso ad ascoltare.
Ulteriori accorgimenti per affrontare i “terrible two”
- Parlare e dare spiegazioni stando “allo stesso livello” del bambino. Comunicando mantenendo il contatto con gli occhi, aiuta infatti il bambino a mantenere l’attenzione.
- Spiegare sempre il perché delle regole. Ci sono infatti delle regole alle quali non si può sgarrare, per esempio stare seduti sul seggiolino dell’auto. E’ più facile che il piccolo accetti la regola se gli viene spiegata con fermezza e allo stesso tempo dolcezza.
- Sottolineare gli aspetti positivi di una situazione che non piace al bambino in quel momento. Tornando all’esempio del seggiolino, gli si può dire che ha ragione sul fatto che magari non ha molta voglia di stare seduto legato, ma può nel frattempo ascoltare delle canzoncine, oppure guardare fuori dal finestrino, oppure cantare.
- Essere empatici. E’ molto importante imparare a mettersi nei panni del bambino; in questo modo l’adulto troverà più risorse per dare spiegazioni e far fronte alle molteplici esigenze del piccolo.
- Fargli scegliere. Invece di imporre sarebbe bene lasciare che il bambino prenda da sé la decisione. Ovviamente non bisogna lasciargli il massimo della libertà ma ad esempio proporgli due opzioni.
- Non minacciare. Non avendo voce in capitolo su ciò che accade, la rabbia, il risentimento e la riluttanza a collaborare aumentano.
- Cercare sempre di rinforzare i comportamenti positivi, tutti, anche quelli scontati e farlo presente al bambino, così che capisca che “viene visto” sempre.
- Non bisogna mai essere ironici con il bambino. L’ironia non viene capita e rischia di essere interpreta come una presa in giro.
- Dare poche, chiare e semplici regole. Se il bambino continua a ricevere regole, limiti entro cui dover rimanere di continuo, è molto facile che non ci voglia stare, che protesti e che non colga l’importanza di nessuna di esse. Se invece ne deve seguire poche ma ferree, è più facile che le capisca, le interiorizzi e le segua.
Per gli adulti non è così facile e immediato seguire fin da subito tutte queste indicazioni per poter gestire al meglio la fase dei “terrible two”, ma con un po’ di pratica è possibile raggiungere in breve tempo grandi successi!
E’ importante sottolineare che ogni bambino ha i suoi tempi, la sua storia, le sue caratteristiche che lo rendono unico. E’ per questo che il mio lavoro prende in considerazione il bambino nella sua totalità e unicità, nella sua storia familiare e nella sua quotidianità! Se vuoi, posso accompagnarti passo dopo passo nel capire come entrare meglio in sintonia con il tuo bambino e gestire i momenti critici… Scopri di più…
guida terrible two (1312 download )Potete scaricare qui sopra gratuitamente la lista degli aspetti pratici da imparare a seguire ogni giorno con i vostri bambini; appendetela al frigorifero o in un posto a voi comodo per poterla ogni tanto rileggere e memorizzare.
Founder di CrescendoConTe
- Educatrice della Prima Infanzia
- Psicomotricista Educativa
- Insegnante YogaBimbi
- Operatrice AIM del Massaggio Infantile